Dalla provincia di Foggia al Marte, la mostra di Battista conquista uno degli spazi d’arte più importanti d’Italia





 
Sarà riservato a un’artista della Capitanata uno degli spazi d’arte più importanti d’Italia. Il lucerino Raffaele Battista, dal 12 al 26 dicembre, esporrà le sue foto e il suo nuovo catalogo fotografico al Marte, Mediateca Arte Eventi di Cava de’ Tirreni (Salerno). “Festa mobile – Gente in movimento”: è questo il titolo della nuova personale di Raffaele Battista. 
L’esposizione, curata da Augusto Ozzella e Massimo Rossi Ruben, si divide in due cicli con la partecipazione di circa 25 lavori. L’evento è patrocinato dal Club UNESCO “Federico II” di Lucera, dal Lions Club Lucera, dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, dal Foto Cine Club Foggia, dalla Provincia di Salerno e dai Comuni di Cava de’ Tirreni e Lucera.
“Cogliendo e selezionando scene del quotidiano in una sorta di agorà evocato, Battista precipita nei suoi scatti collettivi di astanti – gente comune, ignara ma apparentemente compiaciuta di tanto interesse da parte dell’obiettivo – in una dimensione onirica da festa mobile, assai prossima a un corteo di baccanti, tale è la gagliardia e il vigore che promanano da voci e movimenti, così che la scena si anima, diviene narrante, epifanica di forme e volumi fino all’astrazione figurativa. L’arte di Battista è anche ambiente e paesaggio e dai felici esiti di pregresse esposizioni pubbliche – che indubbiamente hanno veicolato a collezionisti e appassionati di Fotografia il suo modus di 'homo qui natura amat' – egli ripropone, oggi, quel tratto distintivo e caratterizzante delle sue vedute mozzafiato, con un ciclo di scorci ravvicinati su poderi e maggesi, elaborati ora da quel singolare effetto creato ad artem attraverso il transito pigro dell’obiettivo sul campo, niente più che una stratta graduale, un espediente di straordinaria soluzione estetica che solo la sperimentazione e la conoscenza qualificata della tecnica, coniugate al prodigio dell’accorto equilibrio tra diaframma e otturatore, riescono a sostenere. Ed è quello, proprio e solamente quello il momento giusto per la foto: l’attimo fulgido per lo scatto perfetto”.
Viene così definita, da Massimo Rossi Ruben, la produzione di Raffaele Battista che dal prossimo 12 dicembre inaugurerà presso il MARTE di Cava de’ Tirreni la sua nuova mostra personale dal titolo “Festa mobile – Gente in movimento”.
Alla conferenza stampa di presentazione, in occasione del vernissage del 12 dicembre alle ore 18:00, oltre all’artista saranno presenti il vicesindaco di Cava de’ Tirreni, Nunzio Senatore; il delegato regionale Puglia FIAF, Nicola Loviento; il delegato provinciale Foggia FIAF, Enrico Colamaria; e il maestro Mario Ferrante, che ha inteso omaggiare Battista realizzando una propria opera – ovviamente in mostra – tratta da un suo scatto fotografico. Il catalogo della mostra sarà edito dal Foto Cine Club Foggia. La mostra, a ingresso gratuito, sarà visitabile dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 20, fino al prossimo 26 dicembre.
Fonte: l'Immediato

 

Festa mobile

Gente in movimento

L’arte e la fotografia di Raffaele Battista

 

“Tempori aptari decet”

(Seneca, Medea, 175)

L’arte – si sa – è un’entità dalla lettura trasversale, un lessico che prescinde dalle discipline e dal gusto personale ma che richiede maniera e sensibilità nell’individuazione del talento. L’arte – in sintesi – ha un proprio invoglio, che è correlato all’inclinazione e al senso estetico. Saperla riconoscere è un vero impegno. Specie quando essa si occulta ed è difficile ricercarne il centro di irradiazione. Spesso si sviluppa su rapporti di produzione, niente più che un sistema di segni fortunatamente solo in apparenza incomprensibili.

È quella dimensione, l’arte, dove lirismo e qualità dei comportamenti umani interagiscono tendendo all’esemplarità e al modello di riferimento, componendo finalmente la lite di primazie tra discipline, ovvero ponendo fine alle rivendicazioni tra l’una  l’altra espressione, così che Pittura e Scultura – le cosiddette “belle arti”, affinatesi nel corso del medioevo e rese nobili nei pur convulsi decenni del Rinascimento – non si adontino della ribalta che viene conferita a espressioni sans blason quali la Fotografia, ad esempio, ma anche alla Decorazione, alla Grafica, al Fumetto, all’Illustrazione e alle arti figurative più in generale.

E proprio di Fotografia – della settima arte, tale viene comunemente denominata la passione per il reporting di immagini – si parla in questa assai interessante rassegna ospitata al Marte – Mediateca Arte e Eventi di Cava de’ Tirreni, dove Raffaele Battista – valente e puntutissimo osservatore – compone una raccolta di scatti evadendo dal ghetto suggestionante ed estetico dell’arte fine a se stessa, rendendoci testimoni migranti di quel soffio lirico originato dalla sua prima Minolta avuta in dono.

I lavori di Battista parlano un linguaggio artistico attuale, contemporaneo, dove la luce, l’invenzione, l’ardito effetto trembling riverberano uno stile di straordinaria comunicabilità compositiva, molto più di quanto non facciano opere figurative rispecchianti più semplicemente la realtà, la visione reale del tel quel. Ed è una poetica che rimanda all’action painting, al “fatto” colto nel momento del compiersi, dando prova – Battista – di aver bene individuato l’usta del modernismo, assimilandone i concetti che per tutto il secondo Novecento hanno caratterizzato il formarsi del complesso sistema dell’arte contemporanea.   

L’arte di Battista – cronista senza errore del circostante, specie nell’individuare il favor optimi temporis, rimanda alle dissacrazioni acceleratorie del figurativismo futurista, alle progressiste ma talvolta confutabili e spesso ironiche interpretazioni dei Dada, agli enigmi compositivi di Duchamp, che per primo – nel rigore dell’osservazione scientifica – scompose i piani del costruttivismo, ponendo l’accento sull’elaborazione cromatica, che certamente in quegli anni di tavolozze di tradizione allibì il pur transigente  establishment e gli estimatori delle avanguardie.

Cogliendo e selezionando scene del quotidiano in una sorta di agorà evocato, Battista precipita nei suoi scatti collettivi di astanti – gente comune, ignara ma apparentemente compiaciuta di tanto interesse da parte dell’obiettivo – in una dimensione onirica da festa mobile, assai prossima a un corteo di baccanti, tale è la gagliardia e il vigore che promanano da voci e movimenti (tanto che sembra di udirne il crepito!), così che la scena si anima, diviene narrante, epifanica di forme e volumi fino all’astrazione figurativa. 

Ma l’arte di Raffaele Battista è anche ambiente e paesaggio e dai felici esiti di pregresse esposizioni pubbliche – che indubitabilmente hanno veicolato a collezionisti e appassionati di Fotografia il suo modus di “vir qui naturam amat” – egli ripropone, oggi, quel tratto distintivo e caratterizzante delle sue vedute mozzafiato, con un ciclo di scorci ravvicinati su poderi e maggesi, elaborati ora da quel singolare effetto creato ad artem attraverso il transito pigro dell’obiettivo sul campo, niente più che una stratta graduale, un espediente di straordinaria soluzione estetica che solo la sperimentazione e la conoscenza qualificata della tecnica, coniugate al prodigio dell’accorto equilibrio tra diaframma e esposimetro, riescono a sostenere. Ed è quello, proprio e solamente quello il momento giusto per la foto: l’attimo fulgido per lo scatto perfetto.

Il resto è ciò che figura nella stampa, nel riquadro di quel candido passepartout, nella conclusione intellegibile che tutti ammiriamo: è il secretum di cui Battista è custode, con quella sua perizia nel modulare la scala dei colori, nel comporre il dialogo tra immagine e tecnologia, fino a che il soggetto catturato nella reflex non perde definizione, scapitandone i contorni in un’evanescenza straniante. L’ignoto, corrusco mondo di Battista è nella segreta del mestiere. 

Massimo Rossi Ruben 




“[...] Il limes tra Fotografia e Pittura appare oggi sempre più contiguo e per certi versi
fatalmente illusorio: Raffaele Battista tende a smorzare i toni talvolta incandescenti
del dibattito, ricomponendo gli equilibri tra tradizione e la complessa babele dei mezzi
espressivi contemporanei, a vantaggio di una lettura onesta e intellegibile del realismo.”

Mario Ferrante



Il percorso fotografico di Raffaele Battista è costellato da importanti riconoscimenti, frutto di una non comune capacità di visione e di una versatile padronanza del mezzo fotografico. Egli ha sperimentato tutti i generi, prediligendo inizialmente la street photography, ove è protagonista la figura umana. In un successivo periodo, il dato figurativo è sottinteso in quei paesaggi tratti dal repertorio immaginifico della sua terra, che gli hanno conferito visibilità mediatica ed accresciuto la propria notorietà in seno alla comunità artistica. Il ciclo ora in rassegna – avviato sull’usta della sperimentazione - lo vede impegnato in un genere ove la figura umana è assente – o almeno apparentemente - esplorando una formula di campiture cromatiche che si sottraggono al vincolo del contorno a favore dell’astrazione. Si tratta senza dubbio di una sfida a chi pensa che la Fotografia sia una forma d’arte limitata a documentare ciò che chiamiamo realtà. Tutti sfruttiamo l’innegabile capacità di riprodurre ciò che appartiene al nostro vissuto. I documenti obiettivi della nostra quotidianità e delle nostre idee si identificano nel selfie, nella foto domestica, nel paesaggio, nella foto di strada: tutte immagini di tipo figurativo. Analizzando ciò che il figurativo comporta, l’immagine conseguente si forma perché le linee e i colori si ricompongono in forme, assumendo poi i caratteri e i contorni di ciò che abbiamo ripreso. Le foto di Raffaele Battista, ripercorrono a ritroso questo processo. La particolare tecnica del mosso scompone e separa i contorni dalle forme; e le forme a loro volta si stemperano in colori e tracce grafiche: un ritorno alle linee pure e al colore puro. La carica espressiva di questi codici visivi è primordiale, autentica, diretta. Non c’è nulla da interpretare in queste foto di Raffaele Battista; è un messaggio visivo che suscita godimento estetico puntando su ciò che di più semplice poi diventa arte.

Enrico Colamaria

Delegato provinciale FIAF e collaboratore DID

BFI  (Benemerito della Fotografia Italiana)




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